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Come coltivare i ravanelli nell’orto e in vaso

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I ravanelli sono un ortaggio estivo dal sapore intenso e leggermente piccante: li avete mai provati in cucina? Si prestano alla preparazione di moltissime ricette, dal semplice pinzimonio come antipasto alle più fantasiose insalate, passando per il condimento di un buon piatto di pasta ad una zuppa rustica dal gusto sensazionale. Essendo molto piccoli, i ravanelli possono anche essere coltivati senza alcuna difficoltà, sia nell’orto che in vaso. In realtà, sono l’ideale per chi non ha grandi abilità nel giardinaggio, perché sono molto resistenti e non richiedono particolari cure. Scopriamo come fare.

Ravanelli, le caratteristiche della pianta

Il ravanello (Raphanus raphanistrum) è una pianta appartenente alla famiglia delle Brassicacee, la stessa che include molte varietà commestibili come il cavolo, la rapa, il cavolfiore, la rucola e il rafano. Sulle sue origini non è ancora stata fatta chiarezza: gli esperti ritengono che si tratti di qualche ibridazione antica, e che quella attualmente conosciuta sia la derivazione di due diverse specie, una proveniente dal Giappone o dalla Cina e l’altra dall’Asia centrale (probabilmente il Caucaso). La pianta si è comunque diffusa rapidamente nel nostro continente, grazie anche alla sua incredibile capacità di adattamento.

La pianta del ravanello ha un portamento erbaceo e può raggiungere un’altezza che va dai 20 cm a ben un metro. Le sue foglie sono picciolate e divise in segmenti, soprattutto nella parte inferiore del fusto. In quella superiore, invece, tendono ad essere intere e di forma lanceolata, con i bordi dentati. A partire dal suo secondo anno di vita, la pianta diventa produttiva e regala fiori di piccole dimensioni, generalmente dal colore bianco-rosato (che in alcune varietà può però diventare rosa, violetto o giallognolo).

La parte commestibile della pianta è la sua radice, che accumula molte sostanze nutritive sfruttate poi dai fiori e dai frutti per la loro maturazione. Ogni varietà possiede radici diverse: quelle più comuni in Italia sono generalmente tonde e di un intenso colore rosso vivo, ma alcune possono essere lunghe o semi-lunghe, e persino di colore bianco. Abbiamo detto che la radice è ciò che viene mangiato della pianta, ma in realtà molte persone gradiscono anche le sue foglie più giovani, che possono essere consumate crude in insalata.

Come piantare i ravanelli

Se avete deciso di piantare dei ravanelli, è utile spiegare subito che questa pianta ha un ciclo colturale molto breve: dalla semina al raccolto passano appena 30-40 giorni, quindi è bene scegliere con accortezza il periodo in cui dedicarvi alla sua coltivazione. In genere, la semina avviene tra i mesi di aprile e ottobre. Sarebbe meglio evitare la stagione estiva, perché il caldo e un’esposizione solare eccessiva potrebbero richiedere irrigazioni troppo frequenti e l’installazione di teli ombreggianti. Abbiamo anche visto che i ravanelli non hanno bisogno di molto spazio per crescere, quindi possono essere piantati sia nell’orto che in vaso.

Come fare? Scegliete innanzitutto il posto giusto: la pianta cresce meglio in un clima temperato o fresco, quindi optate per un luogo che abbia una buona esposizione solare, riparato dal vento, evitando però il pieno sole nelle regioni più calde e aride. Il terreno ideale è sciolto e leggermente calcareo, ben drenante. Sarebbe meglio utilizzare anche della sabbia o dell’argilla espansa, per favorire il drenaggio dell’acqua. Se seminate in vaso, assicuratevi di avere almeno 25-30 cm di profondità – al contrario, la larghezza non è mai un problema.

In orto, preparate il suolo con una vangatura profonda e poi sminuzzate lo strato più superficiale del terreno con la zappa, avendo cura di rastrellare all’ultimo per avere un letto di semina regolare. È anche importante concimare bene il terreno, per fornire al seme le giuste sostanze nutritive di cui ha bisogno per crescere: evitate i fertilizzanti azotati, perché vanno a fornire sostentamento alla parte aerea della pianta, mentre è la radice che deve essere stimolata nel suo sviluppo. La semina avviene direttamente nel terreno, evitando le tecniche di germinazione veloce (la crescita del seme è infatti già molto rapida).

Come coltivare i ravanelli

Una volta effettuata la semina, nel giro di pochi giorni vedrete nascere le piantine: già dopo una settimana, potrete effettuare le prime operazioni per stimolare la crescita corretta. La prima cosa da fare è la diradazione dei germogli in eccesso, estirpando le piantine che sono nate a distanza troppo ravvicinata. Fate in modo che ci siano almeno 4-5 cm di spazio tra ognuna di esse – se le radici non sono le classiche rotonde ma di un’altra varietà, potete valutare di lasciare una distanza ancora più grande. Quindi passate all’irrigazione.

I ravanelli hanno bisogno di una quantità d’acqua costante e regolare, senza esagerare – i ristagni idrici sono molto pericolosi e possono far marcire le radici. È importante calibrare bene le annaffiature, perché se scarse il ravanello rimane legnoso e dal sapore troppo piccante, mentre se eccessive non permettono alla radice di svilupparsi bene. L’ideale sarebbe quindi bagnare il terreno spesso, ma con piccole quantità d’acqua. Toccate il terriccio per capire se è il momento giusto per irrigarlo. In vaso, è ancora più importante fare attenzione agli eccessi. Uno strato di argilla espansa sul fondo vi aiuterà ad evitare i ristagni.

La pianta del ravanello teme molto le erbe infestanti, per questo motivo è utile tenere sempre molto pulito il terreno circostante. Zappettate periodicamente la terra per arieggiarla e renderla più soffice, quindi usate il sarchiatore per eliminare le erbacce. In alternativa, potete pacciamare il suolo: ricopritelo con paglia o foglie secche, così da evitare che le erbe infestanti prendano il sopravvento. Attenzione infine ai parassiti: quelli più preoccupanti sono le nottue e le afidi, oltre alle pulci di terra – che bucherellano le foglie e poi colpiscono le radici.

La raccolta dei ravanelli

I ravanelli sono pronti per essere raccolti all’incirca un mese dopo la semina – sebbene, in caso di coltivazione autunnale, i tempi possano allungarsi abbastanza. È importante scegliere il momento giusto per la raccolta: se le radici rimangono troppo a lungo nel terreno, rischiano di diventare dure e di assumere un sapore eccessivamente piccante. Il trucchetto per capire se sono pronte è davvero semplice. Aprendo leggermente il terreno attorno al fusto, sbirciate la radice: se è delle dimensioni giuste e al tatto risulta abbastanza dura, allora è tempo di raccoglierla.


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